Il percorso formativo è articolato in cinque passi.
Il primo è il corso di: “Avviamento alla recitazione” dove si inizia con il training per attori, utile ad affrontare tutti gli aspetti che entrano in gioco durante la performance. Il corso è indicato anche a chi ha già esperienza, per continuare ad allenarsi e amalgamarsi con il gruppo.
Il secondo passo è il corso: “Metamorfosi”, qui si aggiunge al training anche un po’ di teoria e si passa all’applicazione al copione. Il corso non è esaustivo ma serve a far scoprire al partecipante tutte le problematiche che un attore deve affrontare.
Il terzo e quarto passo è rappresentato dal corso di: “improvvisazione”. Nel primo anno l’attore è condotto a fidarsi del suo istinto e a rafforzare la sua organica. Nel secondo si lavora anche sulla capacità di raccontare storie da soli e in gruppo. Dedichiamo due anni a questo approccio perché riteniamo che l’attore non può né deve programmare razionalmente la sua esibizione.
Il quinto passo è il corso: “Laboratorio”, nel quale si applica un metodo opposto a quello che l’attore superficiale ed esibizionista è portato a fare. La memorizzazione del testo diventa l’ultimo passo anziché il primo.
C’è anche un ulteriore livello dove i partecipanti, selezionati tra quelli che hanno completato il percorso, in un lavoro molto aperto, rivedono e approfondiscono tutti gli aspetti. Concentrandosi, soprattutto con il metodo degli etjud, sulle relazioni, le immagini interiori, le azioni, le reazioni, in sintesi sulla “perezivanie”. Lo so, a molti questi termini non dicono niente ed è per questo che ci sono i primi cinque passi, per riempire le parole di esperienze personali.